Giovanni Spatti si laurea in Ingegneria Civile al Politecnico di Milano nel 1983 e, nonostante per legami familiari sia vicino al mondo dei prefabbricati in calcestruzzo armato, inizia sin da subito ad interessarsi di strutture in legno lamellare, arrivando ben presto, a 30 anni o poco più, ad occuparsi di grandi strutture per un’azienda specializzata nel settore.
Imparando a conoscere comportamenti, virtù e potenzialità sia del calcestruzzo che del legno lamellare, nasce l’idea di unirli, sfruttando al massimo i pregi dei due materiali: dopo studi e prove sul campo, ecco uno dei suoi primi brevetti, quello per un solaio a struttura mista con connettori in calcestruzzo. È stato uno di quei casi in cui la capacità ingegneristica sorpassa le normative correnti, precorre i tempi e deve dimostrare con forza la sua attendibilità (solo molti anni dopo i connettori in calcestruzzo entreranno a far parte, a pieno diritto, delle soluzioni strutturali ufficialmente riconosciute).
Questa passione diventa impresa e nasce la società Wood Beton Spa che, fin dall’inizio, si vuole distinguere non solo come società di costruzione ma anche come società di progettazione strutturale. L’azienda cresce e si sviluppa negli anni, raggiungendo grandi risultati e accrescendo la sua visibilità in campo nazionale ed internazionale.
Parallelamente l’impegno torna nel mondo dei prefabbricati in calcestruzzo, proprio in un periodo in cui sopravvivere nel mondo dell’edilizia diventa possibile solo con l’ingegno, la creatività e la capacità di trovare soluzioni nuove, che aumentano prestazioni, velocità e risparmi. La Camuna Prefabbricati srl, sotto la sua guida, trova questi nuovi spunti e si spinge oltre con nuovi brevetti e soluzioni ad hoc.
Ma la sua capacità ingegneristica lo spinge sempre più in là: è il 2011 quando una grande multinazionale è alla ricerca di qualcuno in grado di ingegnerizzare un’idea nella quale si ha intenzione di investire molto e per molti anni. La ricerca di questo “qualcuno” avviene soprattutto in ambito europeo: gli investitori arrivano a Giovanni Spatti, e da lì nasce una collaborazione che non solo dà forma a soluzioni tecnologiche innovative, ma anche ad una nuova società, la WB Factory Srl (a Corzano, in provincia di Brescia).
Nel 2016 lo spirito imprenditoriale di Giovanni Spatti lo porta ad avviare con Camuna Prefabbricati Srl un ampio programma di sviluppo dal quale nasce la società Prefabbricati Guerrini Srl, originata dall’acquisizione del ramo operativo della Guerrini Prefabbricati Srl, storica e importante società di prefabbricazione del nord-ovest piemontese con stabilimenti all’avanguardia che permettono una produzione in serie per le commesse che richiedono grandi quantità in tempi ridotti. L’ing. Spatti, dimostrando anche in questa occasione il suo forte impulso ingegneristico e tecnologico, riesce a creare un gruppo industriale forte che fin da subito ha dato ottimi risultati.
L’idea vincente è stata unire due aziende storiche, sinergiche e complementari che insieme sono uno dei più grandi prefabbricatori d’Italia, in grado di coprire in maniera competitiva il Nord Italia e mercati esteri quali Francia e Svizzera con una capacità produttiva fino a 400 mc/giorno. Il 2016 vede anche la nascita di Eservice Facility and Buildings: Giovanni Spatti, con Camuna Prefabbricati e con un gruppo leader in Italia della grande distribuzione, decide di dar vita a questa società che ha come ambizioso obbiettivo quello di ottimizzare i processi di manutenzione ordinaria e straordinaria di importanti patrimoni immobiliari, attraverso l’implementazione e l’integrazione dei più evoluti strumenti software, quali ad esempio il BIM (Building Information Modeling).
Dal 2016 al 2020, l'ing. Giovanni Spatti è inoltre stato presidente nel CDA della società Eco & Power Ambrosiana Srl, azienda fortemente impegnata nella produzione e distribuzione di energie rinnovabili e proprietaria di una grossa centrale di cogenerazione in provincia di Milano. Dunque, negli ultimi 30 anni Giovanni Spatti progetta, firma e realizza una serie di opere che si distinguono per il carattere innovativo, per il contenuto tecnologico, per la complessità di calcolo e/o di cantierizzazione, per il prestigio ed il consenso riscossi in ambito internazionale.
Intorno al 2010-2011 una grande multinazionale è alla ricerca di qualcuno che sia in grado di ingegnerizzare un’idea nella quale si ha intenzione di investire molto e per molti anni. La ricerca di questo “qualcuno” avviene soprattutto in ambito europeo e, tramite un suggerimento di fornitori stranieri che sono entrati in contatto con Wood Beton, nel 2011 gli investitori arrivano a Giovanni Spatti. E da lì nasce una collaborazione che non solo dà forma a soluzioni tecnologiche innovative (in particolare creazione di moduli tridimensionali prefabbricati con finiture e impianti già integrati) ma anche ad un nuovo stabilimento che dà un posto di lavoro a circa 170 persone, la WB Factory (a Corzano, in provincia di Brescia). Da sottolineare che la multinazionale nelle fasi iniziali del rapporto aveva chiarito di non aver intenzione di creare unità produttive in Italia, a causa del costo della manodopera rispetto ad altre realtà europee, ma la capacità ingegneristica italiana li ha convinti ad investire in Italia.
L’ingegnerizzazione dell’Albero della Vita ed il suo spettacolare montaggio sono opera di Giovanni Spatti. In contatto con il Consorzio Orgoglio Brescia, suggerisce la soluzione con le spirali in legno esterne e la colonna cava in acciaio centrale (superando la precedente soluzione con spirali in acciaio) e poi studia come produrre spirali in legno lamellare a doppia curvatura, come eseguire le connessioni e come assemblare la chioma dell’Albero a terra (con maggiore sicurezza per la squadra di montaggio) per poi portarla nella posizione finale a circa 36 metri da terra. Il tutto in tempi ristrettissimi perché la conferma di quest’opera è stata data pochi mesi prima del 1° maggio 2015, giorno di apertura di Expo 2015.
Russia, nei pressi del Mar Nero: viene chiesto un ponte in legno lamellare lungo 82 m, che deve anche essere carrabile (pur con una limitazione del numero di mezzi in contemporanea). Già di per sé una struttura di questo tipo può essere stimolante dal punto di vista dei calcoli ma c’è di più: un solo versante accessibile in fase di costruzione, il versante opposto sarà reso accessibile proprio dal ponte. Sotto il ponte una sorta di canyon, impensabile creare strutture temporanee inferiormente. Giovanni Spatti propone allora di costruirlo in verticale, come fosse una torre, sostenuta da un ponteggio intralicciato alto circa 50 metri. Una volta completato in tutta la sua lunghezza/altezza, il ponte sarebbe stato fatto calare con una rotazione attorno alla sua cerniera di base. E così è stato fatto.
A volte per studiare le fasi di cantiere, definire le opere provvisionali ed i ponteggi, organizzare le fasi di montaggio è richiesto un impegno ingegneristico maggiore a quello necessario al calcolo della struttura in fase di esercizio. Ne è un esempio la torre alta 40 metri realizzata a Londra nel 2012 e costituita, “semplicemente”, da 72 travetti di legno di larice che, intrecciandosi, realizzano una forma ad anfora (un iperboloide). Come assemblare questi 72 elementi? Cosa poteva fare da dima per realizzare una forma così particolare e nel contempo dare piani di lavoro sicuri per la squadra di montaggio? La risposta è stato un ponteggio studiato su misura, con bracci movibili ed in grado di adattarsi alle dimensioni variabili della torre.
Sono passati 20 anni dall’incendio del teatro La Fenice di Venezia. Era la notte del 29 Gennaio 1996 quando il teatro venne completamente devastato dalle fiamme nello sbigottimento della Città ma anche del pubblico internazionale che bene conosceva questo gioiello architettonico ed acustico. L’imperativo era chiaro: La Fenice andava ricostruita “com’era dov’era” ma rispettando le nuove normative, soprattutto quelle in caso di incendio. Strutturalmente la situazione si faceva complicata: le dimensioni degli elementi strutturali non potevano essere variate ma gli elementi strutturali dovevano avere la resistenza al fuoco richiesta per la specifica destinazione d’uso. Giovanni Spatti propone allora di “appendere” i palchi alla copertura in calcestruzzo: in caso d’incendio il modello strutturale verrà modificato ed i carichi, invece di essere scaricati a terra, resteranno appesi, si passerà da uno scarico in compressione ad uno scarico in trazione.
Il bando per il progetto CASE, destinato a dare quanto prima una abitazione dignitosa a molti Aquilani che avevano perso la loro casa nel devastante terremoto dell’Aprile del 2009, prevedeva la realizzazione di residenze a 3 piani in tempi assai ridotti, dettati dalla situazione d’emergenza. Giovanni Spatti decide di partecipare al bando e la Wood Beton non solo è tra le 16 imprese selezionate ma ha il punteggio più alto di tutte. Insomma, vince e convince la commissione che può rispettare prestazioni e tempi grazie alle soluzioni tecniche (il vano ascensore è realizzato in xlam e su di esso i gradini possono essere fissati meccanicamente come mensole - rendendo subito possibile l’uso della scala, anche in fase di cantiere; i balconi sono realizzati come moduli tridimensionali in legno e vengono fissati meccanicamente alle pareti) e alla strategia di montaggio (l’edificio è diviso in 4 blocchi separati in modo da portarli a tetto separatamente ed iniziare in anticipo le attività relative ad impianti e finiture).
Sempre più spesso viene richiesta una riduzione dei tempi di cantiere. Un esempio tipico di questa situazione si ha per la realizzazione dei centri commerciali per i quali è pressante la necessità di ultimare le opere per iniziare i guadagni e rientrare dagli investimenti. Durante la realizzazione dell’IKEA di Roncadelle (BS) Giovanni Spatti organizza la realizzazione dei moduli di copertura in legno lamellare in modo che vengano prodotti contemporaneamente alla messa in opera delle strutture verticali prefabbricate in calcestruzzo: questo vuol dire che, appena completato il montaggio dei pilastri, immediatamente può essere posizionato il tetto. I moduli da realizzare a terra sono quadrati di lato 16 m e su di essi può già avvenire la posa del manto di copertura e degli impianti, lasciando alle fasi in quota solo la chiusura dei relativi giunti. Tra l’altro il preassemblaggio non può avvenire al piede delle singole campate quindi questi moduli vanno anche movimentati all’interno del cantiere. La soluzione è un successo e viene replicata non solo in altri centri commerciali ma anche in una situazione di emergenza, la ricostruzione di capannoni industriali successivamente al terremoto del 2012 in Emilia Romagna.
Oltre all’innovazione di progetto e all’innovazione di processo, come illustrato nei punti precedenti, Giovanni Spatti si dedica con passione all’innovazione di prodotto, soprattutto finalizzata ad un’industrializzazione sempre più spinta dell’edilizia. Le sue attività nel settore Ricerca&Sviluppo (spesso in collaborazione con Istituti Universitari) sono sfociate in brevetti che sono diventati vincenti anche dal punto di vista commerciale. Ne ricordiamo due su tutti: il brevetto per il solaio a struttura mista in legno calcestruzzo con connettori in calcestruzzo ed il brevetto per la parete Aria (parete a struttura intelaiata in legno con caldana esterna in calcestruzzo e camera di ventilazione continua tra parete e copertura). Quest’ultimo è alla base del sistema Aria, kit di montaggio per edifici a struttura in legno che, primo in Italia per l’ETAG007, ha ottenuto il Benestare Tecnico Europeo (ETA).